OGGITREVISO INTERVISTA IL PRESIDENTE LUCA SARTORATO
Sos dipendenze: “L’abuso di alcol inizia a 11 anni”
I ragazzi che cercano lo sballo sono sempre più giovani e nemmeno il lockdown ha fermato lo spaccio di droga
TREVISO – Tra le poche attività che durante il lockdown non solo non hanno chiuso ma neanche sono state sfiorate da un accenno di crisi, quelle legate al mercato della droga. Internet e consegne a domicilio hanno garantito l’approvvigionamento. Mentre i medicinali con cui fare i cocktail sono sempre immediatamente reperibili. Il covid piuttosto ha creato non poche difficoltà, soprattutto di tipo organizzativo e per le modalità di ingresso, alle strutture di pronta accoglienza dove si accompagnano le persone recuperate in strada per avviarle a una prima disintossicazione.
Con le norme anti contagio non è stato possibile garantire la tradizionale assistenza temporanea. Come quella del Ceis a Treviso, in viale Felissent: 15 posti tutti occupati e una trentina in lista di attesa, con 6 operatori. A questa si aggiungono: il centro polifunzionale per gli alcoldipendenti (una ventina, tra i 40 e 60 anni) in via Sant’Artemio; la comunità terapeutica di Campocroce di Mogliano, nelle cui case alloggio risiedono in ventisei, il più giovane di 18 anni e il più vecchio di 30. E poi le strutture per la salute mentale a Cessalto (quindici utenti) e a Preganziol (10). Una storia importante quella del Ceis (sessanta operatori e quaranta volontari) fondata da don Antonio Viale nel 1983.
Presidente dal maggio dello scorso anno è Luca Sartorato: “La realtà di oggi a Treviso è molto diversa da quella degli anni Ottanta; non si parla di droghe pesanti ma i percorsi di riabilitazione adesso sono stati di molto anticipati. L’abuso di alcol del resto inizia a 11 anni”. Si beve per lo sballo e nascono le dipendenze. Chi passa all’assunzione di sostanze invece predilige, qui dalle nostre parti, la ketamina, con effetti psichedelici e una totale dissociazione della mente dal corpo, con attacchi di panico quando si cerca di tornare alla realtà. Nel resto del Paese va di moda piuttosto il fentanil e i suoi derivati. Per questo è sulla prevenzione nelle scuole che il Ceis ha deciso di investire con percorsi di formazione dedicati, da anticipare il più possibile, magari alla scuola elementare.